“Vinnyki bazar” di Massimiliano Alberti: Ucraina da dentro una storia.

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Non ho mai toccato nel blog la questione Ucraina. Siamo circondati da notizie, io non sono nessuno per parlarne, bastano le immagini che non avremmo mai voluto vedere, uno scenario raccapricciante, inaspettato. Intravediamo uomini seduti su poltrone che orchestrano, premono pulsanti, ogni loro respiro significa vita o morte per altre persone. Vengono spazzate via storie di vite, ricordi, famiglie e noi tutti non abbiamo alcun potere, questo intendiamoci è valido su ogni aspetto della nostra vita sociale, ma trattandosi di vite umane il tema ci sconvolge, per fortuna, ancora abbastanza da indignarci.

L’interruzione dello scorrere del tempo,

che un evento traumatico come una guerra produce, è l’idea che ho da quando abbiamo avuto le prime notizie dell’invasione russa dell’Ucraina. Una spedizione decisa a tavolino, frutto di grandi piani, strategie con radici lontane nel tempo. Non sono laureata in geopolitica e mi limito a queste osservazioni di pancia, Leopoli, Kharkiv tutti i palazzi sventrati, madri, padri, vecchi che non possono attraversare strade distrutte dalle bombe per mettersi in salvo. Folle alle stazioni. Soldati che si costruiscono le trincee e aspettano il nemico. Corpi seppelliti, disseppelliti, catalogati, archiviati. Esodi con bambine che tirano le bambole per i capelli. Il freddo, la fame e l’incertezza che si possono leggere negli occhi di quelle persone non ci danno tregua. Sono fermi immagine che ci porteremo dietro a lungo. Nel vedere quelle scene a fine febbraio e marzo di un anno fa – rendiamoci conto che siamo a quasi un anno dall’inizio di questa tragedia – lo spartiacque tra prima e dopo nella vita quotidiana degli ucraini mi lasciava senza parole.
Lascio questo LINK per chi fosse interessato ad approfondire ulteriormente.

Potrebbe accadere anche a noi di perdere tutto, potrebbero riprendere con una telecamera lo scempio oppure potrebbero scriverci sopra una storia. Questa ultima opzione è quella migliore per me, un punto privilegiato per osservare il mondo. La scrittura è lo strumento che più si avvicina alla vita, mescola esperienza, ricordi, emozioni, li elabora e li restituisce al lettore che a sua volta avrà modo di creare una nuova prospettiva, un ricordo, magari trasmetterlo.

Per la befana mi sono regalata l'ultimo romanzo di Massimiliano Alberti, Vynnyki bazar uscito a gennaio 2023 con Infinito Ediziooni.
Vynnyki bazar di Massimiliano Alberti – foto Luciana Amato

Così Massimiliano Alberti, scrittore che ormai seguo sempre con affetto, ha restituito al mondo della letteratura una vita e mille in una con il suo ultimo romanzo Vynnyki bazar edito con Infinito Edizioni. Oleh che Alberto ha incontrato durante uno dei suoi viaggi in Ucraina è protagonista di una vita qualunque, spazzata via dalla guerra, ingiusta come lo sono tutte. La vita semplice di questa bambino che accompagniamo nei primi turbamenti dell’adolescenza e poi nella vita adulta, ci diventa subito affine. Potremmo essere noi in una vita diversa, lontana ma con le stesse piccole aspirazioni, i dubbi, gli affetti e i dolori che lui prova. Massimiliano Alberti conferma anche in questo romanzo breve, sono poco più di cento pagine, la capacità di affrescare sentimenti e vita, li mostra e ce li fa vivere rendendo i personaggi intimi al lettore e la storia vicina al suo cuore.

In questo modo la storia, vera e intensa, risveglia l’empatia, quella misteriosa sensazione di appartenenza al genere umano e che dovrebbe accompagnarci senza pause in quanto l’unica chiave per esistere gli uni accanto agli altri facendo i conti con la verità.

Un esempio dello stile di Alberti è la forte caratterizzazione dei suoi personaggi che di romanzo in romanzo si affina rendendoli unici e portatori di messaggi che a lungo risuonano tra i pensieri del lettore dopo aver girato l’ultima pagina. Un fondo di gentilezza alberga anche nelle intenzioni più istintive. L’amico che sembra più semplice di tutti, soprannominato Carpa, quasi muto e arreso nella sua esistenza conduce una vita senza dubbi particolari, si rivela nel corso della storia l’antidoto e l’antagonista rispetto agli altri del gruppo di Oleh.
Carpa non si fa troppe domande, vive nel solco del destino con accettazione, come se le carpe che vende vive e poi uccide ogni giorno davanti al banco della frutta di Oleh al Vinnyky Bazar gli avessero infuso una sorta di saggezza antica, naturale. Carpa possiede l’istinto di fare la cosa giusta, senza troppi giri di parole, quel che va fatto va fatto, tutte le questioni isteriche intorno alle quali ci arrovelliamo sono nulla in confronto al serio scorrere della vita, al compito che ognuno di noi è chiamato a svolgere. In ogni vita c’è solo un attimo in cui potremo essere davvero noi stessi e mancarlo non è possibile, il prezzo sarebbe uno spreco inaudito. La chiamata non può essere inascoltata.

Questo è il messaggio che riecheggia nelle mie orecchie dopo aver letto l’ultimo romanzo di Massimiliano Alberti e spero in tanti abbiate la possibilità di leggerlo, non ne rimarrete delusi. L’unica nota che potrei segnalare è che forse è troppo breve nell’ultima parte, ma questo potrebbe essere stato deciso per lasciare forte l’impatto della lettura che rimane scorrevolissima come sempre e piena di spunti di riflessione post lettura.

Grazie Massimiliano,
al prossimo libro
Luciana